lunedì 20 giugno 2016

Giudici-Scrittori: Intervista a ROBERTA GALLEGO

Se il fumetto è una forma di letteratura, è giusto ogni tanto parlare anche di letteratura “tradizionale”, quella che, ahilei, non usa immagini ma solo parole. Ecco allora un ciclo di interviste a scrittori che sono anche operatori del diritto. Cominciamo con Roberta Gallego, magistrato a Belluno.


<<Spesso i giudici-scrittori sono accusati di scrivere troppo e giudicare poco. Tu come concili le due attività?

Scrivo di sera, guardo pochissima televisione; sono giunta alla conclusione che per fare il magistrato ho bisogno di luce, per scrivere libri devo stare al buio.
Peraltro, facendo il pubblico ministero, come magistrato ho scelto di non giudicare, e mi piace non giudicare anche come scrittrice.

Sinora tutti i tuoi romanzi fanno parte del medesimo ciclo, le "Storie di una procura imperfetta". Non temi che questa scelta ti faccia apparire come una scrittrice "di genere" (nel tuo caso, il legal thriller) anziché come una Scrittrice tout court?

E' vero, il rischio è alto, ma oggi non incappare in un'etichetta sociale è quasi impossibile. Bisogna poi sapersele scrollare di dosso. O sfruttarle per sbilanciare l'interlocutore, seduto sulla propria pigrizia.

I tuoi romanzi sono ambientati ad Ardese, località immaginaria del Piemonte. C'è un luogo reale a cui ti sei ispirata? E non c'è il rischio, visto che lo Stato italiano taglia le sedi giudiziarie, che anche il tribunale di Ardese possa essere soppresso?

Non c'è un luogo reale di diretta ispirazione, c'è il realismo delle situazioni periferiche del sistema giustizia che conosco bene. Ardese non può essere soppressa, gode di alte protezioni!

Nel primo romanzo della serie, l'intera Procura di Ardese si ferma quando il parente di un cancelliere porta mozzarelle fresche dalla Puglia dando vita ad un commercio abusivo nei sotterranei del Palazzo di giustizia. Nel terzo, un sostituto procuratore affida il cellulare di servizio al titolare di una pizzeria d'asporto.  Qualcuno si è mai risentito per queste situazioni surreali?  

Il potere della creatività non coincide con la creatività al potere, della seconda ci si deve preoccupare. Probabilmente alcune ostentate indifferenze che annuso nei pressi di colleghi derivano dal disagio che questo tipo di aneddotica genera. Sono consapevole che gli episodi narrativi di questo tipo disturbino l'immagine di una magistratura immacolata ed arroccata dietro la retorica austera della sua infallibilità, ma se si interpretano come una pennellata di non sense quotidiano, che rallegra e umanizza il vissuto dei miei personaggi, questi aneddoti aiutano a riconciliarsi con la categoria dei magistrati, per la quale non a caso nessuno prova più empatia.

Quindi, le mozzarelle…

Non sono le mozzarelle abusive ad essere inappropriate, lo è un sistema di paramenti, autocelebrativo e permaloso, che per ingravescente miopia vede le mozzarelle come la minaccia di macchiarsi la toga con la normalità.

Sempre nel terzo romanzo, "Il sonno della cicala", ci sono due riferimenti fumettistici. Uno è alle tasche di Eta Beta, che però sono ormai un luogo comune  come la coperta di Linus.


Poi c'è un personaggio che definisci "ritagliato postumo da una pagina di Lanciostory". Allora sei una lettrice di fumetti? Ed esattamente, cosa intendevi dire con questa definizione?

Ho consumato un sacco di Lanciostory, e forse ancora di più "Il Monello" e "Skorpio"; a quindici anni ho venduto una collezione di Diabolik per acquistare un saxofono usato che non ho mai imparato a suonare. Il fumetto mi ha sempre accompagnato: Mafalda, Nilus, Sturmtuppen. L'allusione a Lanciostory è un omaggio a quei ritratti intensi e perfetti di volti segnati, dallo sguardo perso nelle proprie consapevolezze, che recupero alla memoria quando penso a queste riviste.
          


  
Pensi che potresti, un giorno, lavorare su una sceneggiatura per un graphic novel, anziché scrivere un romanzo "tradizionale"? E chi sceglieresti come disegnatore?

Oggi il fumetto è un panorama che non frequento, soprattutto dopo l'avvento dei Manga. Se scegliessi di affidare un racconto a questa arte visiva, mi piacerebbe vederlo rappresentare da una penna elegante e attenta al dettaglio, come quella di Walter Trono>>.


Che altro aggiungere? I romanzi di Roberta Gallego sono geniali perché, pur costruiti su una solida trama noir, stemperano la tensione con tocchi di umorismo semplicemente irresistibili. Chi è interessato ai tecnicismi della giustizia, troverà riferimenti "professionali" al tema. E anche chi detesta i magistrati tronfi e arroganti, troverà pane per i suoi denti.
E se Walter Trono volesse provare a contattare Roberta Gallego, potrebbe nascere il primo graphic novel giudiziario italiano...


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Per altre intervista alla scrittrice disponibili in rete



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